Demolizione MAV Ceramica Sant’Agostino

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Demolizione MAV Ceramica Sant'Agostino

L’intervento ha riguardato la demolizione selettiva della struttura di un MAV, magazzino automatizzato verticale, collassata durante l’evento sismico del 20 Maggio 2012.

Struttura in acciaio autoportante per pallet, tamponamenti laterali e di copertura, carichi esterni, dotata di impianto di spegnimento automatico per gli incendi. Fondazione costituita da platea in cemento armato su pali. Dimensioni in pianta mt 134 x 25, ed altezza di mt 25.

80.000t

di macerie macinate e riutilizzate

5.000t

di asfalto avvite a recupero

1.200t

di ferro recuperate

0t

smaltite

Protagonista di un percorso imprenditoriale di grande successo, Ceramica Sant’Agostino inizia la sua attività nel 1964 nei pressi di Ferrara, in un’area geograficamente lontana dalle altre aziende italiane del settore. Una scelta vincente, che negli anni si è rivelata sinonimo di forte autonomia progettuale e di visione strategica sempre innovativa. 
L’azienda, guidata ancora oggi dalla famiglia del suo fondatore, opera al cento per cento in Italia ed è nella propria sede che progetta e realizza una vasta gamma di prodotti di altissimo livello, in grado di rispondere alle più svariate esigenze di progettualità contemporanea, con uno stile inconfondibile e apprezzato in tutto il mondo. La ricerca è da sempre concentrata verso progetti coerenti e mirati a garantire la massima qualità dei materiali, l’elevato contenuto estetico e le migliori prestazioni tecniche dei prodotti.
Pur con una mentalità decisamente proiettata al futuro, ha saputo conservare intatte le proprie tradizioni imprenditoriali. Qualità, innovazione, alta tecnologia e rispetto per l’ambiente i valori che hanno fatto di Ceramica Sant’Agostino una realtà leader nel settore ceramico e forte di oltre cinquant’anni di storia.

MAV

Garc Ambiente è stata impegnata in diversi cantieri presenti nel polo produttivo di Ceramica Sant’Agostino:
ha eseguito la demolizione selettiva di un MAV, magazzino automatico verticale,  realizzato le fondazioni dei nuovi edifici e curato l’adeguamento sismico di quelli esistenti.

Un’infrastruttura adibita a magazzino intensivo per pallet di prodotto finito costituito da 12 scaffali auto portanti paralleli della lunghezza di mt 134 e altezza mt 25 aventi una capacità totale di 25.704 posti pallet con immissione e prelievo automatizzato attraverso 6 linee di macchine traslo elevatrici automatiche.
Struttura in acciaio autoportante per pallet, tamponamenti laterali e di copertura, carichi esterni, dotata di impianto di spegnimento automatico per gli incendi. Fondazione costituita da platea in cemento armato su pali.
Dimensioni in pianta mt 134 x 25, ed altezza di mt 25.

La struttura è collassata durante l’evento sismico del 20 Maggio 2012, comprendendo le macchine trasloelevatrici. In questo caso, sono state le masse di materiale stoccate al suo interno a provocare il crollo dell’edificio, evento straordinario non contemplato dalle normative vigenti all’epoca della sua costruzione (2002).

Una porzione di struttura di testata per una lunghezza di mt. 20 circa non è interamente collassata ma è risultata gravemente compromessa, inaccessibile ed inagibile per effetto di svergolamento flesso torsionale dei montanti di struttura.

È stata necessaria la demolizione totale della infrastruttura completamente compromessa da un punto di vista statico, con separazione e conferimento dei materiali di risulta. è stata eseguita un’indagine preventiva dell’edificio mirata ad identificare e quantificarne i componenti; allo scopo di avere un supporto alle decisioni circa le procedure di demolizione. Successivamente è stato redatto il progetto di demolizione e le corrispondenti voci di capitolato, comprendente:

  • Tecnologie, attrezzature e maestranze, durata, tempi e costi della demolizione;
  • Corretta rimozione e smaltimento, dei materiali e componenti pericolosi eventualmente presenti nell’edificio;
  • Frazioni omogenee ottenibili e le modalità di riciclo;
  • Elenco dei componenti riusabili e modalità di valorizzazione;
  • Elenco rifiuti riciclabili e separazione delle frazioni omogenee individuate;
  • Elenco rifiuti destinati allo smaltimento con incarichi ai trasportatori e ai recuperatori;
  • Modalità di deposito dei rifiuti prodotti e dei materiali e componenti riutilizzabili;
  • Dettagli su organizzazione del cantiere, aree di stoccaggio, attrezzature di selezione;
  • Verifica dell’esecuzione della demolizione con le modalità e le procedure prescritte.

Intervento di Demolizione

La struttura portante gravemente compromessa ed instabile e la presenza di pallets carichi di prodotto ceramico finito nella parte dell’edificio non interamente collassato hanno, per ragioni di sicurezza portato a fissare la distanza operativa minima a 30 mt, impedendo di procedere con la demolizione utilizzando esclusivamente macchine da terra.

Nella prima fase di demolizione, la soluzione adottata ha visto l’utilizzo di un robot Husqvarna™ radiocomandato dotato di una cesoia Mantovanibenne™ SH Eagle II con una forza di serraggio di 120 ton ed alimentato da un gruppo elettrogeno, il tutto imbragato su una piattaforma costruita su misura ed issato ad oltre 25 metri di altezza da un’autogru da 220 ton.
L’operatore, su una seconda piattaforma aerea PLE posta a distanza di sicurezza dal punto dove si svolgeva la demolizione, ha potuto comandare il robot ed eseguire l’intervento grazie a un telecomando a joystick ed ad un sistema di telecamere.

Una volta demolita la parte superiore del magazzino, il resto della struttura è stato smantellato da terra.

Gestione Rifiuti

Le frazioni risultanti sono state identificate, classificate e gestite in 2 classi CER; sulla base della loro composizione e provenienza:

  • Rifiuti inerti provenienti dalla demolizione dell’edificio
    Provenendo da attività di demolizione e trattandosi di cemento e calcestruzzo, sono stati identificati come rifiuti speciali non pericolosi con codice CER 170107 “miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diversi da 17 01 06”. Sono stati macinati da Garc in sito (quindi recuperati e trasformati in riciclato da utilizzare come sottofondo stradale) previa regolare comunicazione alla Provincia competente, tramite proprio impianto mobile di frantumazione.
    Totale trattato 14.880 ton.
  • Rifiuti costituiti da ceramica, confezionata e pronta per la vendita, che si trovava all’interno del magazzino automatico
    Trattandosi di piastrelle e ceramiche frammiste a plastica, cartone e ferro, sono state codificate come rifiuti speciali non pericolosi con codice CER 170904 “rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione diversi da 17 09 01/02/03”, grazie anche al supporto di analisi attestanti la non pericolosità; eseguite dal produttore come prevede la normativa in caso di codici CER “a specchio”.

 

Tecnici ed operatori specializzati di Garc hanno eseguito la cernita dei rifiuti prodotti, supervisionando anche le varie fasi di carico dei mezzi incaricati del trasporto, per individuare la presenza di eventuali rifiuti pericolosi presenti all’interno del cumulo; gestendoli prontamente ed a norma di legge grazie alle autorizzazioni in possesso.

Quantità complessiva avviata al recupero: 3.500 ton, tutte destinate ad impianti emiliani (Re e Pc) di trattamento diretto, che hanno provveduto alla selezione, macinazione e trasformazione in materia prima secondaria.

Da notare che, in entrambi i casi, la notevole mole di rifiuti è stata avviata al recupero diretto senza passaggi intermedi in impianti di stoccaggio.

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