Il Fenomeno del Wishcycling

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Se non sei sicuro che un oggetto sia riciclabile, gettalo nel cestino dei rifiuti indifferenziati, altrimenti rischi di cadere nella trappola del wishcycling!

Il fenomeno del “wishcycling” consiste nel gettare nei bidoni del riciclo materiali che in realtà non sono riciclabili, ma che crediamo (o speriamo) lo siano. Questa tendenza rallenta le operazioni degli impianti di separazione e riciclaggio, aumentando i costi e gonfiando le statistiche.

Purtroppo, questo problema è particolarmente presente nelle materie plastiche che riportano codici di identificazione del materiale all’interno del simbolo del riciclaggio, che inducono a pensare che l’articolo sia riciclabile quando in realtà non lo è. Infatti solo polietilene, PET e polietilene ad alta densità (HDPE) sono relativamente facili da riciclare e hanno un mercato della materia prima seconda mentre gli altri tipi di plastica richiedono procedimenti molto più complessi e quindi spesso finiscono in discarica o nell’inceneritore.

Nel dibattito sul fenomeno del wishcycling, la responsabilità non è imputabile (solo) ai consumatori, che spesso non conoscono in dettaglio i processi di riciclo, la struttura industriale e le dinamiche di mercato, bensì a maggiori driver globali come la sovrapproduzione di imballaggi, gli incentivi al commercio internazionale dei rifiuti e la mancanza di politiche di riciclo standardizzate, investimenti pubblici e normative stringenti.

“Se hai un dubbio, buttalo via” è lo slogan lanciato da alcune campagne educative contro il wishcycling, che incoraggiano i consumatori a gettare solo i materiali effettivamente riciclabili nel bidone della plastica. Tuttavia, per fare ulteriori progressi, sarebbe necessario progettare packaging riciclabili e riutilizzabili, ridurre gli imballaggi monouso e investire nelle infrastrutture del riciclo.

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